Ricordo i tuoi occhi,
mi guardavano immobili
mentre la mia voce non smetteva di tremare.
Ti ho ritrovata adesso in un bicchiere vuoto.
L’immagine riflessa dentro il vetro.
Separati ancora dalle solite maschere di convenienza.
Fili intrecciati di menzogne
buttati giù come corde
per tirare su sentimenti spenti.
Tutto deve scorrere tranquillo.
L’ho riempito e l’hai svuotato, l’ho riempito di nuovo
e l’hai svuotato ancora.
Troppe volte nel buio mi sono dato da fare
per trovare un candela.
Poi ho capito
che a te la luce dava fastidio.
Adesso i tuoi occhi mi guardano ancora
bianchi,
e le tue mani tremano,
mentre le mie labbra hanno smesso.
E restano immobili, in silenzio.
(Arthur)