L’aquila, il corvo e il pastore

L’aquila, il corvo e il pastore è una favola di Esopo, che mette in guardia dai pericoli della vanità: mettere in mostra qualità che non si hanno può essere molto pericoloso.

Buona lettura!

Un pastore e le sue pecore si trovavano su una piccola collina, al centro della quale c’era un piccolo laghetto, circondato da ampi spazi verdi.

Mentre il pastore sonnecchiava sotto un albero di mele, le pecore pascolavano tranquillamente.

Più in su, nel cielo azzurro, tra le soffici nuvole bianche, planava indisturbata una bellissima aquila, il re degli uccelli.

Grazie alla sua incredibile vista, si accorse che un piccolo agnello si era allontanato dal gregge per andare a bere nei pressi del laghetto.

Come un fulmine a ciel sereno, dopo aver fatto una giravolta su se stessa, l’aquila si precipitò in picchiata verso l’agnello.

Lo afferrò con i suoi artigli, e in meno di un secondo lo portò su in alto verso il suo nido.l'aquila il corvo e il pastore

Un corvo, che aveva visto tutta la scena, invidioso della forza dell’aquila, e convinto di poter fare altrettanto, decise di catturare uno degli animali che stava pascolando.

Così come aveva fatto l’aquila, il corvo fece una giravolta nell’aria e si diresse in picchiata verso una pecora.

Appena atterrò sull’animale, non solo non riuscì a sollevarlo, ma restò impigliato con gli artigli nella folta lana della pecora.

Il pastore, svegliato dal gracchiare del corvo, si diresse verso di lui per catturarlo.

Dopo aver liberato le zampe del corvo dalla lana della pecora, decise di tagliargli la punta delle ali per non farlo volare, e lo porto a casa per regalarlo ai figli.

Quando i bambini videro il corvo, contenti del regalo ricevuto, cominciarono a giocarci e chiesero al padre come si chiamasse quell’animale.

Il padre rispose: “è un corvo, ma crede di essere un aquila.

Fine.

Qual è la morale di questa favola? 

Questa favola mette in guardia dai pericoli della vanità, soprattutto quando è ostentata su qualità che non si hanno. Meglio dedicarsi a coltivare i propri talenti e potenziare le proprie capacità, piuttosto che sforzarsi di mettere in luce doti che non ci appartengono.


Illustrazione di Marika, testo rielaborato da Jim Dejavù

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