La volpe e l’uva è una famosa favola di Esopo, rivista successivamente anche da Fedro. Nel corso del tempo è entrata a far parte del linguaggio popolare la seguente frase: “non fare come la volpe e l’uva“. Tale frase viene detta a a coloro che disprezzano ciò che non riescono a raggiungere.
Buona lettura!
Come ogni mattina all’alba, una volpe gironzolava per il bosco in cerca di cibo.
Stava già camminando da un bel po’, e nonostante avesse cercato un po’ ovunque: vicino ad un piccolo fiume, nei folti cespugli, tra gli alberi, non era riuscita a trovare ancora nulla.
Aveva proprio voglia di fare una buona colazione prima che si facesse giorno. I raggi del solo erano ancora fiochi, ma tra un po’ il caldo avrebbe sicuramente reso più faticose le sue ricerche.
Continuando a camminare, vide da lontano un pezzo di terra con un piccolo vigneto.
Si avvicinò furtivamente, con passo lesto e senza farsi notare, come solo le volpi sanno fare. Si guardò intorno per vedere se c’era qualcuno, e non vedendo nessuno, entrò nel vigneto.
C’erano tanti grappoli d’uva, sospesi in aria tra i tralci della vite. La volpe cercava quello più basso per poterlo afferrare e farsi una bella scorpacciata.
Si avvicinò ad un grappolo, che sembrava il più basso di tutti, e fece un grande salto per acciuffarlo, ma non riuscì nell’impresa.
Riprovò una seconda volta, cercando di mettere più forza nelle gambe, ma riuscì solo a sfiorare un chicco d’uva con la lingua. La voglia di assaporare quell’uva la spinse a riprovare più volte, ma purtroppo non riuscì in nessun modo ad afferrarla.
Quando si rese conto che prendere quel grappolo era al di sopra delle proprie capacità, stanca ed affamata decise di rinunciare. Così ritornò nel bosco dicendo: “quell’uva ancora non è matura, non mi va di mangiarla acerba, meglio se cerco altro.”
FINE
Qual è la morale di questa favola?
La morale della favola è che spesso le persone disprezzano ciò che non possono avere.
Illustrazione di Paola Laurito, testo rielaborato da Jim Dejavù.